UNIONE SARDA

Cagliari - 22 maggio 2007

Rassegna Stampa

Lorem ipsum dolor...


Ha inventato la bottiglia simbolo dei sardi e vuole devolvere in beneficenza i guadagni del suo brevetto. Il sogno di un emigrato di Sanluri in Piemonte è già iniziato: il suo contenitore a forma di nuraghe è entrato in produzione con i primi 10000 pezzi. Altrettanti sono già stati commissionati alla vetreria lombarda che lo sta producendo. L’idea è nata ad Ennio Pilloni sanlurese trapiantato a Biella. Appena andato in pensione dalle ferrovie, qualche anno fa aveva cominciato a coltivare i suoi hobby. Tra questi i corsi di viticoltura e di sommelier. “è stato allora che ho studiato anche le forme tipiche di bottiglie”, spiega “mi sono reso conto che a differenza delle altre regioni la Sardegna non ne aveva una in grado di caratterizzare immediatamente i suoi prodotti. Vedendo la bottiglia l’acquirente doveva capire che il prodotto proveniva dalla Sardegna. Quale se non il nuraghe per la sua forma? Prima ne ho parlato con un mio amico architetto Filippo Fianchetti che è rimasto entusiasta dell’idea. Abbiamo disegnato una bottiglia, l’abbiamo chiamata Nuragheisa”. Nasce così nel 2004 un prototipo in legno che Ennio Pilloni si precipita a brevettare alla camera di commercio. L’idea piace anche ad amici e colleghi sommelier. Lo mettono in contatto con una vetreria di Trezzano sul Naviglio che sforna bottiglie per l’80% dei produttori sardi. “I tecnici della vetreria hanno studiato il prototipo, e hanno creato un primo stock di 10 mila bottiglie da mezzo litro”. Un giro di prova tra i produttori e Nuragheisa è piaciuta subito a tutti tanto che la vetreria di Trezzano ha ricevuto diversi ordini da aziende sarde per confezionare oli e mirti locali. In tutto, per iniziare, 50 mila esemplari. Per ora nessun guadagno ma Ennio Pilloni sa già che i profitti non entreranno nelle sue tasche. Saranno devoluti a due enti: uno ancora da scegliere dovrà occuparsi di ricerca sull’anemia mediterranea. L’altro l’ha invece già individuato a Biella, sua città d’adozione: un centro che effettua ricerche sul cancro. “a me basterà la soddisfazione di aver creato qualcosa che non esisteva e che darà valore aggiunto ai prodotti della Sardegna. L’entusiasmo che ha accompagnato i miei primi passi, mi ha dato l’ulteriore spinta per far produrre, a livello industriale, la bottiglia”.

torna alla rassegna stampa